Sangue sparso sulle mie lenzuola
la tua bocca famelica, altrove spalancata
sbava saliva che si mischia a lubrificazioni.
Piaceri meccanici, copule bestiali
contaminano il sudore di vecchie pelli.
Genitrice d'egoismo di possessione
trafiggi ancora colpi su corpi
sbattendoti da uno all'altro senza pudore.
Salgono rigurgiti nel mio petto
e rabbia scende dilaniando la pancia
Ancora cosparsa di nero la mia faccia
non è tristezza
dolore per la tua sporca macchia indelebile
Piangerai ed il mio ghigno sta ad attendere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Dov'è il confine tra realtà e arte?..Leggo per la prima volta questi versi.
RispondiElimina"Nera" mi dà i brividi. Vorrei scriverti che sei un talento nato, che sei l'arte fatta persona, che ti scorre nelle vene (sai che lo penso)..invece leggo e ho paura di queste righe, di quello che forse raccontano..
Ti voglio bene
Valeria (Jane)