lunedì 5 novembre 2012

Ignorami


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Ignorami
per la cenere che non cade dal cielo
per i denti ebbri di te
tu ignorami
per gli sguardi nascosti di sale
per gli occhi bruciati di mare
e per la caduta delle parole
ignorami
se qui non c'è che vento e pioggia di risa
tu ignorami
se la notte s'è mangiata le panchine
se la notte ci ha lasciato solo tacchi solitari
e fumi whishy e note di sax
e se le schiene s' invecchiano senza spumare
tu
ancora
nel gonfio pensiero
del mio cuore di dentro
ignorami
una volta sola

martedì 23 ottobre 2012

C P lettere al contrario

Così corriamo
io a destra
tu a sinistra
e corriamo
e sorridiamo
ad un altro volto
ad un'altra vita
ma ci vorrebbe un pianto
io a sinistra
e tu a destra
un pianto
faccia a faccia
uno 
di fronte all'altro.

lunedì 22 ottobre 2012

Le tue piccole dita

Perchè non vedevo
delle tue piccole dita
non vedevo
i disegni
perchè non sentivo
delle tue piccole dita
non sentivo
gli impasti
Delle tue piccole dita
perchè le tue piccole dita?
Io non vedevo
lo sciogliersi d'ambra
io non sentivo
dei tempi la distanza
e sottraggo la strada
tra silenzi e parola
da me
alle tue piccola dita.


lunedì 8 ottobre 2012

Muta non muti

Da un'ora all'altra
punti le lame
rotture scandite
sulle lancette del cuore
Tic tac
di vetri
tic tac
delle interiora
tic tic affondi
colate di sangue e silenzio
agli ingranaggi.
Piangi e non parli
muta non muti
piangi e poi parli
non muta non muti
piangi e confondi
e muta
io muto.

Immondizie umane


-->
S :

Quante ossessioni hai?
Quante gioie?
E di sacchetti di plastica?
Ti piacciono i sacchetti di plastica?
I sacchetti di plastica hanno dei nodi più resistenti.
Ti infastidiscono i sacchetti di plastica?
Non fanno troppo rumore mentre li stringi.
Ti infastidisce, a volte?
Il rumore mentre li stringo?
O proprio che stringo, t'infastidisce?
A me piace il rumore mentre li stringo
e prima di fare i nodi ci urlo dentro le parole.
E poi ci sono i sacchi neri
larghi larghi e neri
vuoti ma potrebbero essere pieni
ma troppo vuoti per farne dei nodi
non si possono stringere i sacchi
quelli neri
se li stringi diventando caldi
e poi ti bruciano la pelle.
Non mi sono mai piaciuti i sacchi neri
così grandi
mentre mi sono sempre piaciuti i sacchetti di plastica
si possono fare dei nodi
belli stretti
e non ti fanno male alla pelle.
Non fanno troppo rumore quelli di plastica
quelli neri invece sono anche assordanti.
Ma t'infastidisce che parlo dei sacchi neri e dei sacchetti di plastica
che mi piacciono di più quelli di plastica, perchè quelli neri sono troppo larghi
e mi bruciano la pelle
e dentro quelli di plastica prima urlo le parole e poi faccio un nodo.
T'infastidisce?
Ma sei superba, a volte?


G :
E tu sei stupida, a volte?
Io ci vomito nei sacchi neri e se li chiudo
perchè io li chiudo
e mi piace se mi brucio le mani
e se li chiudo e se mi brucio le mani
la puzza del vomito non la sento
tu, sopratutto, non la senti.
Sei stupida, a volte?
I sacchetti di plastica mi fanno schifo
non ci posso vomitare che sono troppo piccoli
e devo prenderne troppi
e la puzza si sente anche se li chiudo.
E li divido in due parti
Il vomito maschio e il vomito femmina.
Ma nessuno puzza più dell'altro
e tutti i sacchi sono neri così li confondo
e non mi devo ricordare
dove sono maschio e dove sono femmina.


S ride
G :
e tu sei stupida, a volte, che ridi?
Che sono nata mezzo maschio e mezzo femmina
e questi corpi ci mentono perchè non si vede
e questi corpi ci mentono perchè si vede solo una mezza metà
e pure le parole ci mentono e non si dicono
cosa invece si vede
e io non le uso le parole
e vomito mezzo maschio e mezzo femmina
e i vomiti li mischio
così anche quel residuo non trasparente
di corpi falsi e di non parole
si disperde.
Sei più contenta se non si vede niente?

G seriamente
E sei stupida, a volte, che non ti viene più da ridere?

S diventa seria
G ride fragorosamente

Buio.

lunedì 20 agosto 2012

Un amore acquatico

Tra i sentimenti io cerco
un amore acquatico
che rabbonisca il fuoco delle carni
che di lava mi eruttano al cuore
Tra i sentimenti io cerco
un amore acquatico
che sia distesa dolce di fiumi
che di sale mi spurghi alle vene
Tra i sentimenti io cerco
un amore acquatico
che rimiri cieco alla foce
orpelli di drudi piangenti
che abbacini afratto alla voce
cascate d'orgoglio sanguinanti
Tra i sentimenti ancora io cerco
su e giù
e per fiamma danzante
un amore acquatico.


 

domenica 19 agosto 2012

Turnati

Nta stu caudu d'istati
nta sta città disulata
m'assettu o bisolu da finestra
e aspettu a vui
ca di sta strada nun passati mai
e vi fazzu un cantu pi tutta la notti
fino a chi torna u suli
ca sa si passassi carcuno ca vi canusci
vi purtassi lu me lamentu d'amuri.
Supra a stu cori sulitariu
c'è na notti china di stiddi
ma senza vui
giuiuzza mia
u cielu nun avi chiu culuri
e tuttu stu brillar in luntanza
è un duluri chi mi rivota
e mi lassa senza spiranza.
Sirena i sita
chi m' arricurdati l'autunnu du sali
chi m' arrisbiggiati l'inverno du mari
chi m' arricriati a primavera di meli
si era veru amuri
turnati
sutta a stu barcuni
piccitta e duci
comu quannu v'incuntrai
turnati
chi senza u vostru amuri
sugnu sulu un ciuri
chi ha persu lu so uduri.
 

Crepuscolaria


Mi piace l'altezza
cadere spesso
il mare agitato
le montagne a picco
tutta questa vergogna che ti sfiora
e che non ti toglie l'insonnia.
Mi piace la terra
affondare spesso
saltare alti
dormire bassi
la paura che ti assale
e che trasforma il buio in ombra.
Mi piace
morire di vertigini
soffrire di sogni
manipolata dal suono delle tue note
frastornata dal fuoco delle tue dita
e se è inganno sostare
in tutto questo imbarazzante silenzio
Mi piace la salita
e crepuscolaria
ormai nel vuoto
la discesa
per innamorarmi
di te.

sabato 7 luglio 2012

La nostra strada

La nostra strada
anche se nostra sempre non è
di andate e ritorni incompiuti
di altalene di coraggio
per ammaestratori di vertigini
la nostra strada
anche se nostra non è mai.
Di solitudini e mancanze decedute
di rincorse sfrenate
per atleti in pensione
di non abitudini
la nostra strada
anche se nostra più non è.
La non nostra strada
che invece
incondizionatamente
sempre nostra è.

venerdì 22 giugno 2012

Guaio di Luna

Quella sua smorfia
e di timidezza,
incornicia gli occhi tristi tra le guance sorridenti.
Ah guaio di luna
che d'azzurro m'imbratti le scale
e d'oro risplendi cascata al balcone.
Lascia
che io mi nasconda dietro ai bicchieri
Lascia
che il vento soffi
in città come dal mare
e forte non sappia rubare
che di me
e di te
neppure l'arsura.

martedì 19 giugno 2012

Lettera

Strana e lenta
una lettera brulica sulla pianta dei piedi
delicato vortice
che discioglie sorrisi sul foglio
avvolgendo di rossore le caviglie
Vento e onda
una lettera
scolora di schizofrenico azzurro
sollevando tremori fino le ginocchia
Quale flebile marea
quella delle carezze d' una voce sottile
come è distante
l'odore delle dita sui tasti
Strana e lenta
una lettera
come un ruggito
tra collo e cervello
ma piccola
per la timida epidermide

lunedì 11 giugno 2012

E tu, più sotto

Le braccia penzolano lungo il corpo
noi non sappiamo dove tenere le braccia
eppure loro semplicemente penzolano lungo il corpo.
Sopra le braccia soffia il vento e sempre anche se piano.
Il vento è l’unica cosa che non è mai assente sulle corde della pelle
e noi anche senza sentirlo ci lasciamo pizzicare.
Il vento pizzicando suona l’anima sopra le viscere
noi non lo sappiamo, eppure più sotto abbiamo il silenzio.
E lì ci s’innamora,
sotto le viscere
in silenzio.
Il vento è le mani, la pelle lo strumento, le viscere la melodia
e tu
più sotto
l'amore,
il
silenzio.

Samsara

Samsara, queste tue linee hanno un profumo sconosciuto, nuovo.
Tra ignara fantasia ed intrepido turbamento incontro te, e ho più paura di quanto dica e creda per conoscere me.
Da dove iniziamo? Dove andiamo? Io e te. Cosa ancora non so? Mi sembra di correre lenta.
Scrivo e sono ferma, qui potrei ascoltare la mia voce che mi dice : “ non pensare, e poi stai, senti”.
Le parole sono iperboliche, spesso incosapevolmente fraintendibili, con noi che siamo in continuo cambiamento. La tua voce mi ripete sempre : “tu pensi troppo, per poi dire troppo”.
Queste tue parole possono comportare qualcosa che non so, e questo mistero attraente mi rende rigida e superficialmente distante, trovano, più profondamente, un tranquillo piacere sulla tenera carta.
Le mani cosa dicono? I movimenti del corpo? Il mio, il tuo. Comprendo che si può raccontare senza una coscia volontà di farlo. Questi nostri corpi non si mentono senza emissione vocale.
Samsara, donna d’aria, che sei strozzata in aliti urlanti, posseduta da radici perdute, sfiorata da foglie strappate e indossatrice di vesti mai toccate, hai sul viso una dolcezza che mi brucia, congiunta ad una pena in cui rifletto me stessa e non riesco più a consegnarti che parole nascoste.
I germogli del dubbio mi tirano, ormai oltre il freno.
C’è un alone di confusione che mi pervade mentre cammino, una pesantezza leggera che mi distrugge il senso della perdita.
Per troppo tempo stanca e ancora sono immobile, seppur il cuore e la mente sbattono formando un flipper tra le orecchie e le dita, dalla base della tua velocità all’arrivo della tua assenza.
Temo di non avere troppa attenzione nel lancio di partenza ed il rischio è che l’altezza del petto sinistro vada in buca la palla.
Gli stimoli non smuovono la pelle di un centimetro, forse sono schiava dell’abitudine più di quanto pensi, forse un peter pan si è bloccato nella timida fantasia, radicato fermamente nella decisione di non crescere.
Samsara, che vorresti superare quel senso di ridicolo che ostacola i tuoi conttatti, che ti autonega l’incontro della vita, che vorresti oltrepassare il tuo Io ma non sei disposta a pagare il prezzo d’ uscita dalla trappola dell’involucro in cui sei avvolta, Samsara, non conosci il valore del tuo nome?
Passare da una maschera all’altra, un attimo subitaneamente dimenticato dalla nuova scansione del secondo, Samsara, allora conosci il valore della meccanica?
Tu credi che il tempo dell’aridità metta radici, ma sei una donna d’aria e non ho mai visto crescere degli alberi a chioma in giù.
Samsara, che non conosci il valore del tuo nome, eppure d’affetto i tuoi sensi culla, senza che tu sappia del loro dormire.
Samsara, se potessi fissare lo sguardo sulle coccole, che durante il sonno, gli occhi senza vedere gli occhi non smettono d’immaginare, tu Samsara, guarderesti la faccia dell’inibizione che sottratta al rossore e sfuggita ai nervi disvela la sua mancata bellezza.

mercoledì 16 maggio 2012

Caduta

Come l'ultima delle tue cose
mi abbandono su una vecchia poltrona
fumo pozzanghere di lacrime per sigaretta
ed espiro la solitudine delle omissioni.
Rose bianche
piene di spine
incisioni di sogni
e capelli in gola.
Inspiro
i bisogni senza pulsioni
inspiro
i silenzi che non deglutiscono l'aria
e resto
accordata ai polsi
con spille di finti sorrisi
sola.

mercoledì 9 maggio 2012

Sutta u baccuni


Vinni finu a lo to casa
e tu non sai quantu strada mi fici sula a pedi
ahi nun sugnu un poeta
ma vinni sutta a to finestra pi ti fari na sirinata
Vinni finu a lo to casa
e tu non sai quantu mi battia u cori
ahi nun sugnu na cantanti
ma vinni sutta a to finestra pi ti fari na cantata
Vinni finu a lo to casa
e tu non sai quantu tirruri mi culava pa schina
ahi nun sugnu na schiava
ma vinni sutta a to finestra pi ti fari a me patruna
ma tu mi lassasti sula
lacrime e vuci
sutta u baccuni
e io ti dicia
nesci fora bedda mia
chi sta notti senza i tia è nta carni duluri
ma tu mi lassasti sula
lacrime e vuci
sutta u baccuni
e io ti dicia
nesci forda bedda mia
chi senza i tia aiu u pettu chinu di purtusi
e tu mi lassasti sula
lacrime e vuci
sutta u baccuni
e io ti dicia
nesci fora
nfacciti
chi puru si tremu
spettu fina chi spunta u suli
picchi li sogni senza i tia su troppu scuri.

martedì 8 maggio 2012

Ncuntrai na fimmina


Ncuntrai na fimmina cu l’occhi a mennulla
cu na taliata mi fici u cori a pezzi
cu na taliata mi sintia ciu mpurtanti
Ncuntrai na fimmina cu l’occhi di luna
cu na cantata mi siccau u sangu nte vini
cu na cantata mi fici lustru nta notti
Ncuntrai na fimmina cu l’occhi i sirena
cu na ballata mi rubbò i pinseri
cu na ballata mi livò l’anni.

venerdì 4 maggio 2012

Atterrata e stanca

Tra Atterrata e stanca
c’è una ragazza snella
ha un cranio scoppiettante e zampilla di ansia.
Tra Atterrata e stanca
c’è una ragazza canterina
ha un sorriso fino agli occhi e non sa d’averlo.
Tra Atterrata e stanca
c’è una ragazza lacrimosa
ha un fiume di parole assordati e non le sente.
Tra atterrata e stanca
c’è una ragazza
esplode vicina ed erutta lontana,
tutta in un attimo
guarda e rapisce il cuore.
Tra atterrata e stanca
c’è una ragazza
e poi ci sono
Io
tra insonnia e freddo
con un respiro
di solitudine e tormento.

martedì 1 maggio 2012

Felce

Occhi come felci s'adagiano sul cuore
e abbandonato il suo respiro riposa
nel golfo del mio braccio sinistro.
Da una feritoia di pioggia
oltrepasso il suo odore
sostando lungo i binari
fuori della eroina finestra
mi ritrovo l'anima distillata
di paura e tremori
avvinta alla ferrovia.
Duranti i sogni
singulti di note le rugano il volto
lungo le mani
fiorisce spine
che m'incoronano il sonno.
Non mi lascia riposare
quel suo calpestarmi il vuoto
che fu tempo e dolore
ormai troppo lontano
quello che non vestì
il suo nome.

domenica 29 aprile 2012

Chiu bedda i tia nun ci nè

Chiu passunu i jorna chiu pensu a tia
ahi quannu parri tu
ahi quannu parri tu
chiu passunu i jorna chiu pensu a tia
ahi quannu parri tu
ahi quannu parri tu
non canunscu non sacciu non capiscu chiu nenti
mi scordu comu mi chiamu
e m’abballunu puru i denti
chiu bedda e tia nun ci nè
chiu bedda e tia nun ci nè
e si mi vaddi tu mi cunfunni
si non mi vaddi mi fai mpacciri
e si mi baci tu mi nnamuri
ma si mi pigghi nun ti lassu chiu
e si mi pigghi nun ti lassu chiu
non ti lassu chiu.

lunedì 23 aprile 2012

Schegge di cuore

Ha sguardo di terra
pupille come la vite
di bianco zampilla la voce dai seni
e di tremori sul collo
le cade l’argento.
Tra lenzuola e paura m’affonda
dei suoi tralci resto abbattuta
tra le pieghe del fiato
nasce un’isola
avvinta alle ossa
nella caduta dei suoi capelli.
Perdo
mentre fuma dalle dita
Respiro
mentre i suoi gemiti scendono
a testa in su
dal ventre.
Io
dall’esofago esangue
alle clavicole disciolte
sono accecata.
Sulle impronte m’arde una croce
e dalle scapole
lacrimosamente
un parto
di schegge di cuore.

sabato 14 aprile 2012

Comu ti l'aiu a diri

Comu ti l'aiu a diri

chi mvampa tutta a facci

quannu sentu a to vuci

Comu ti l'aiu a diri

chi mi veni caudu e friddu nzemi

quannu sentu li to rispiri.

Così sarbaggia

chi mi veni vogghia di scappari

così sarbaggia

chi mi veni voggia di sugnari.

Così sarbaggia

chi mi veni vogghia d'assicutari

così sarbaggia

chi mi veni vogghia di l'ambrazzari.

domenica 8 aprile 2012

Questo tuo modo

Questo tuo modo
di pungere il silenzio
mettendoti in fuga.
Questo tuo modo
di sotterrare l'aria
lanciandomi nell'esosfera.
Questo tuo modo
di bruciarmi la pelle
alzando muri di ghiaccio.
Questo tuo modo.
Di cose inutili,
di spinte e rincorse,
di non stringere
di non guardare
di non amare.
Di non amarti.
Questo tuo modo.
Questo tuo modo
è solo
paura.

venerdì 6 aprile 2012

Idda

A idda ci girava
di notti e di jornu
passiari sula,
cetti voti
nsemi e cani
cantava ca luna.
A idda ci vinia
na gran frinisia
quannu spuntava u suli
e paria na carusitta
chi pa prima vota
s'intrubbulia chi culuri.
A idda ci piacia
supra a tutti l'autri cosi
chiantari i ciuri,
miscarisi a terra chi mani e u suduri,
e i sogni e i suspiri
ci culaunu nto cori
e u ventu supra u mari
c'asbulazzava a tutti menzi
l'amuri.
Di idda tutti i passi
erunu na ducizza di litania
e a mia
s' nturciuniava u stomucu
ma assai, assai mi piacia.

Di sirena voce

Ti terrei come l'aria la luna
del fumo il tuo fuoco al riparo dei timori notturni.
Ti cingerei come la sabbia il mare
dell'abbraccio salino la tua onda abbandonata nei silenzi diurni.
Al mio posto mancato
e di folata maniera
t'accarezzi il sole,
alla risacca della tua sirena voce mancante
splendano astri
e accolgano
di lavanda alle labbra
i profumati tuoi capelli
di ridente ombra.

domenica 25 marzo 2012

Fiore di zagara

Fiore di zagara
che sbocci in aprile,
fiore di zagara che sbocci e porti il sole.
Fiore di zagara
e sei la primavera
fiore di zagara
sbatti le palpebre e mi sorride il cuore.
Fiore
fiore
fiore.
Fiore di zagara.

'Nto sdirupu di vini

A vidu ca balla
occhi niuri
peddi di luna
na botta di lava 'nto sdirupu di vini.
A vidu ca balla
e ciaurìa di zagara
comu na catina stritta
chi mi rumpi i spaddi
comu un chiodo 'nfucatu
chi mi svita l'ossa.
Mi strinci
aprennu l'occhi a mennula
Mi strinci
na corda bagnata chi frusta pa schina
Mi strinci
e rampicandosi o coddu mi mori u ciatu.
Poi canta
e nta so bedda vuci
avi rutta l'anima
tra i carni e u cori.
Furria
e dopu scappa
e mi lassa
io sula
e u pettu 'ntricciatu.

venerdì 23 marzo 2012

Babele

Sei più delle spine, dei salici in gola
non rassomigli ad un fiore che sappia di bianco.
Tutti i colori respingi
e oltre le palpebre sei nera.
Di lame affondi sorrisi
schiudi gli occhi sotto le labbra
sull'ombelico non senti la nuca
senza macchie di rosso
non hai sgombro del cuore
senza macchie di rosso
non hai ingombro del cuore
e ora che sai di non conoscermi
non più io ti conosco.
Sei la paura del canto
del ghigno i tremori
una linea stracciata
che si perde confusa.
Sei
coperta.
Senza meraviglia
senza somiglianza
Babele
distante.

mercoledì 21 marzo 2012

Inchiostro

Dei tuoi capelli
del fiore bianco e oscuro dei tuoi occhi
mi rovesci
imprigionanti budella
inchiostro
su di me
che di chiaroscuri distanze
in me
non trovano rifugio.
Posseduta dal canto
nera di passione
sporchi punti tra parole e note.
Quel muoversi bellissimo
morbido di pena
perturbante e travolgente
che imbarazza senza condizione.
Io, d'invisibile
Tu, del cervello per aria
ed è pericolo
il tempo dell'attesa
nel nascondiglio del silenzio.

venerdì 16 marzo 2012

Digiuno

Come sono le tue ginocchia?
Come le tue spalle?
Ti ho sognata piena di spigoli
un miracolo d'ossa che esplode la sete
Ho spremuto singhiozzi
frullato risate
per nascondere i colori
mi sono accecata,
con un caldo suono di jazz
di nero tinta
le narici,
per te
che di me non conosci
nemmeno il respiro.
So di te
null'altro che il precipizio degli occhi
un vuoto che rimbalza
un fulmine che cade in orizzontale sull'acqua.
Hai nello sguardo una pena oscura
delle mie viscere hai tramutato il sorriso.
La visitazione mancante del tuo volto
per me
come la fame
ma ho uno stomaco digiuno
e non sono mai
sazia.
Sei un dipinto
il Viso
un dipinto solo di bianco.

martedì 13 marzo 2012

Il volto

Quanti lati nel volto?
Quanti volti racchiude?
Cover? Oggetti? Trucco?
Interfaccia? Interfacce?
Il volto è un contenitore o bisogna mettere un contenitore al volto?
Guardami,
Guardami
Ho detto, Guardami.
Non ha difesa il volto, faccia a faccia.
Il volto domanda
il volto minaccia
Prossimo e distante.
Diviene rivelazione o è rinuncia alla propria alterità?
Se l'altro non è conoscibile, se neanche nel volto, allora cosa dell'amore?
Sarebbe bello fagocitarsi,
la faccia, le ossa e distruggerci
fagocitarsi a vicenda
e frantumarsi
che siamo statue,
statue di sale,
e altro che affogarsi nel mare
di sale si brucia
di sale si evapora anche senza il sole.
Era meglio non sottovalutare il silenzio
è meglio non sottovalutare il silenzio
restare
e starsene
in silenzio.
Abbiamo troppe facce
le mie
le tue
le facce di tutti
troppe espressioni contemporaneamente
troppo fuggevoli per vederle
troppo
per afferrarci
e non so
se più dell'adulto
o se del bambino
io
tu
tutti
siamo in trappola.
Se uccido il mio volto
è del tuo il riconoscimento?
Se uccido il tuo volto
mi riconosco?
La visitazione del volto è un mistero,
come l'amore che ci dilata gli occhi nell'altro,
senza sapere
se di me o di te amo,
la visitazione del volto è un mistero,
come la morte che ci apre gli occhi per sempre.
Guardami
ho detto Guardami,
Guardami
ma gli occhi
li abbiamo aperti
solo
alla morte.

lunedì 27 febbraio 2012

illusione

L'amore ha le tue ciglia tristi
dietro il sorriso splendido
delle tue menzogne avanzate.

martedì 21 febbraio 2012

Marta

Destabilizza ancora il tuo odore mancato
vorrei negare gli scarti della tua pelle
eppure
rimetto lune
da uno stomaco che non mai incontrato.
Nei giorni privi di salsedine
sei tutta una sola parola :
Scossa
sisma terrificante.
Cambio i viali per non frantumarmi
costruisco soffitti per non inciampare nella tua distanza
ortica sul sangue sono i tuoi occhi
che senza conoscere
ormai da tempo
amo.
Assordanti i tuoi silenzi
in bianco e nero
mi calpestano
e mentre non cessi di urlare
sono una sporca pozzanghera sul petto.

martedì 14 febbraio 2012

I lenti

A : sai ballare i lenti?
B : si
A : anche se io porto i jeans ed ho i capelli arruffati?
B : non li posso proprio mangiare? i capelli...
A : si...
B : allora so condurre un lento masticando.
A : allora portami a ballare, un lento.

lunedì 13 febbraio 2012

Spuma

Stanotte scrivo del mare
della schiuma riarsa alla pelle
ho pruriti di luna dentro
anche se l'astro nel cielo non c'è
acqua di mare scende in gola
non so se il sale mi brucia le viscere
affogo
ed in ondate negate
bevo
il naufragio del cuore.

sabato 11 febbraio 2012

La neve è come l'anguria

A : Mi faccio un bagno sotto la pioggia?
Cosa ne pensi?
Magari lo trovi più semplice.
B : In fondo passa anche tutta la pioggia.
A : Cazzo, ma è neve!
B : Bianca e sporca,
c'è sempre una macchia di nero, indelebile.
La neve è come l'anguria, perché sono qui?
A : Perchè la mia cenere non ti cade sulle labbra?
Le nausee ed il ribollire delle rotaie ti sovrastano?
B : Tu non le sai toccare le angurie.
A : Cazzo, ma è proprio neve!
Certi sapori non sapevano che senza di te sentono freddo.
B : Banalità. L'anguria è insapore e neanche ti piace.
Ricomincio a sorsi di occhi e mi nascondo per bere.
A : Ci vuole coraggio per deragliare,
ci vuole coraggio,
per non sentire il mal di parole.
B : Cazzo se è neve.

giovedì 9 febbraio 2012

Musigrafie emotive della fine del cuore

In musica il punto aumenta la durata?
Ma nella vita?
è distacco
annienta
Fine dei battiti.
In musica la legatura unisce e ne fa un unico valore?
Ma nella vita?
è simbiosi
annienta
Fine del ritmo.
Due strade
assoli e passi a due
sulla musica delle emozioni.

martedì 31 gennaio 2012

Pellicidio

Urlo
tra le crepe dell'asfalto
piedi in fila
uno, dietro, l'altro,
sacrificio di legami
fra le righe bianche della carreggiata.
Tallone alluce
tallone alluce
inseguo i fantasmi dei tuoi passi
lungo le fenditure della terra abbandonata.
Non ho lacci alle caviglie
in questa notte sbagliata
senza piedi mi trascino
verso un'alba ormai spenta
trema tardi
la corsia opposta del cuore,
nel pallore guastato di ritrovarti
sono caduta
e rimasta indietro.
Crepitio di strazi è l'universo
e Morisia di fumo
l'assideramento.