martedì 27 luglio 2010

Giri di Valzer

Nascondevamo giri di valzer
in una stanza io e te
e sognavamo strade sperdute
americhe e narghilè

ma la lingua dell'amore non sa tacere lo sai
ma lo sguardo dell'amore parla da solo lo sai

immaginavamo che oltre il soffitto
nascesse una stella per noi
e ci sembrava normale
un camper una barca a vela e sakè

ma il prezzo di questa scelta ci espose agli avvoltoi
ma senza alcuna difesa naufragammo in cerca del noi

così furon notti e furon giorni
miele e braci io e te
correvamo nudi felici mettevano radici
germogli e macramè

e scoprimmo che amore è un tessuto che veste coraggio d'eroi
a maglie larghe libero di sfiorare anche i rasoi

Però gli occhi della gente
non hanno avuto clemenza per noi
così fu quest'amore
in sereno e tempesta
preda dell'onde e ahimè

sprezzato colpito deriso
eppure irrefrenabile per noi
condannato insultato sputato
eppure inestinguibile per noi
eternamente per noi
eternamente in noi
eternamente noi.

Indaco d'amore

Prima della partenza
non dimenticare che
su quelle lenzuola
ho tatuato te
Quando nell'assenza
mangierai delle fragole
indossa vestiti già usati
per abbandonarti in me

E guardando il mare
mi ricordo che
eri come spuma d'onda tra le mie lacrime
E baciando gli scogli
ripenso a me
che scoppiavo di sogni tra le tue scapole

Dopo la partenza
scopri che
ho lasciato scritto alla luna
di dipinger note
per cullar te
Quando su una pietra
rivedi gli occhi miei
scagliala con forza
perchè come melodia giunga a me

E colpendomi sul petto
ti grido che
l'amore è fronda di chimera
e come vento mi porta da te
E cavalcando il primo sole
splenda su di noi
la libertà e il colore
d'un indaco d'amore
che è canto di meraviglia sublime

lunedì 26 luglio 2010

L'insalata di pomodori

Ho cucinato un'insalata di pomodori
forse mia madre non mi ha mai insegnato come farla
ma ricordo come guardavo le sue mani
così ho imparato.
Mi sembrava che facesse tutto con le mani mia madre
avesse potuto usarle come coltello
avrebbe di certo affettato i pomodori
poi la cipolla
no, non troppo grande
ma riconoscibile
così nessuno è costretto a mangiarla.
A lei piaceva, la mangiava di gusto
ed adesso che sono io a prepararla
condivido i suoi gusti in lontananza.
Capisco come iniziava ad amare
ad assaporare
ogni ingrediente dalle mani
sì accarezzo questi pomodori con l'olio
e sento il calore nel cuore
mischiando l'origano
respiro il profumo della cucina
della cucina di mia madre.
Mi mancherà la sua profonda, ingenua conoscenza dei cibi
delle piccole cose
un giorno lo so, mi mancherà.
Ma tra le mani avrò sempre il sapore delle sue dita.

domenica 25 luglio 2010

L'assenso della Luna

Se avessi dita, Luna
e potesse la tua fissità vestirsi dei suoi occhi
sicchè gusto avesse contemplarti
saresti, in questa sospesa ora
un amplesso la cui sazietà fredda non mi appaga.
Tornassimo a te, fedele amica,
anche stanotte
ancora schiavi dei tuoi moti
consumati sotto il tuo bianco chiarore
i nostri corpi, che sfiancati
dal fuoco d'interminabili ore d'amore
hai visto interrompersi ma senza mai placarsi
addormentarsi, solo al risveglio di un accecante sole
giungessimo a te, Luna, adesso.
Non si è mai abbassata la marea da quando l'ho incontrata
colpita, schiantata
con le vertebre spaccate
le vene tagliate
la pelle scorticata, arsa, bruciata
viva
non ho cercato scampo.
Ti affido il mio segreto Luna
la pioggia non smetterà di bagnarla
e l'inverno ci troverà, ancora, come scorza nuda.

giovedì 15 luglio 2010

Pelle greco-brasile

Anelito al vuoto questo Pathos
slancio che incolmabile tende all'infinito.
Indissolubile Eros
creatore d'immagini, dannate e salvifiche
istilla nettare e ambrosia oltre le tempie.
Plasma ai miei occhi, figlio di Iride, tre donne
e fanne una sola imperatrice del centro.
Oh nudità di Selene che ritornano nell'assenza
come Rio delle Amazzoni mi hanno stregata
Oh mani di Artemide, voluttuose cascate nella foresta
Oh pelle di Proserpina, fumante scogliera di arcipelaghi vulcanici.
Nostalgia si rinnova, sognando terre latine
presente mancanza che nutre il desiderio.

lunedì 12 luglio 2010

Stordita

Capogiri mi scuoiano la pelle
abbandonata, stordita in solitarie sponde
chiodi mi spezzano le clavicole
corteccia spaccata che piange miele
oceani mi ardono le carni
sotto un'accetta che perfora insano ventre
Voglio sabbia negli occhi
spine nella gola
corde ai piedi
respiro un'altra vita
ed anche urlare è fatica per le mani.
La debolezza delle membra è un mistero del cuore.

mercoledì 7 luglio 2010

germogli

Come albero senza radici
sprofondo in terreni sconosciuti, caldamente gelidi
Come arbusti aridamente fertilizzati
le membra percosse dal vento
Afa e sabbia colpiscono i rami
ma le foglie hanno insaziabile sete
Neve che brucia solo frutti prematuri.

Omicida

Entrato senza parlare, senza un fiato
centrato nello stomaco
senza toccare, senza un morso.
Rubato senza permesso
macchiato nella gola
sporcato di carne di un altro amplesso.
sacro demone, incedente vampiro
dolcemente cullata dalle tue dita
dolcemente stuprata dai tuoi denti.
Tagliare e suturare altri occhi, altre mani
leccare questo sangue per farne meraviglia.

domenica 4 luglio 2010

Senz'acqua

non esiste abitudine alla mancanza
è struggente silenzio di foglie che non riesci più a ricordare
che non hai mai visto scivolare.
che passi hai camminato quando eri straniera?
quali fiori hai colto prima che arrivasse l'ultimo inverno?
onde e tramonti non mi accarezzano di pace
sbrano singhiozzi che non puoi sentire
cedo ad una fobia di lacrime
e mentre sgocciolo tra le onde
tu guardi rivoli lontani.
muoio di sete
come fiato sciolto senza carezze.