domenica 25 marzo 2012

Fiore di zagara

Fiore di zagara
che sbocci in aprile,
fiore di zagara che sbocci e porti il sole.
Fiore di zagara
e sei la primavera
fiore di zagara
sbatti le palpebre e mi sorride il cuore.
Fiore
fiore
fiore.
Fiore di zagara.

'Nto sdirupu di vini

A vidu ca balla
occhi niuri
peddi di luna
na botta di lava 'nto sdirupu di vini.
A vidu ca balla
e ciaurìa di zagara
comu na catina stritta
chi mi rumpi i spaddi
comu un chiodo 'nfucatu
chi mi svita l'ossa.
Mi strinci
aprennu l'occhi a mennula
Mi strinci
na corda bagnata chi frusta pa schina
Mi strinci
e rampicandosi o coddu mi mori u ciatu.
Poi canta
e nta so bedda vuci
avi rutta l'anima
tra i carni e u cori.
Furria
e dopu scappa
e mi lassa
io sula
e u pettu 'ntricciatu.

venerdì 23 marzo 2012

Babele

Sei più delle spine, dei salici in gola
non rassomigli ad un fiore che sappia di bianco.
Tutti i colori respingi
e oltre le palpebre sei nera.
Di lame affondi sorrisi
schiudi gli occhi sotto le labbra
sull'ombelico non senti la nuca
senza macchie di rosso
non hai sgombro del cuore
senza macchie di rosso
non hai ingombro del cuore
e ora che sai di non conoscermi
non più io ti conosco.
Sei la paura del canto
del ghigno i tremori
una linea stracciata
che si perde confusa.
Sei
coperta.
Senza meraviglia
senza somiglianza
Babele
distante.

mercoledì 21 marzo 2012

Inchiostro

Dei tuoi capelli
del fiore bianco e oscuro dei tuoi occhi
mi rovesci
imprigionanti budella
inchiostro
su di me
che di chiaroscuri distanze
in me
non trovano rifugio.
Posseduta dal canto
nera di passione
sporchi punti tra parole e note.
Quel muoversi bellissimo
morbido di pena
perturbante e travolgente
che imbarazza senza condizione.
Io, d'invisibile
Tu, del cervello per aria
ed è pericolo
il tempo dell'attesa
nel nascondiglio del silenzio.

venerdì 16 marzo 2012

Digiuno

Come sono le tue ginocchia?
Come le tue spalle?
Ti ho sognata piena di spigoli
un miracolo d'ossa che esplode la sete
Ho spremuto singhiozzi
frullato risate
per nascondere i colori
mi sono accecata,
con un caldo suono di jazz
di nero tinta
le narici,
per te
che di me non conosci
nemmeno il respiro.
So di te
null'altro che il precipizio degli occhi
un vuoto che rimbalza
un fulmine che cade in orizzontale sull'acqua.
Hai nello sguardo una pena oscura
delle mie viscere hai tramutato il sorriso.
La visitazione mancante del tuo volto
per me
come la fame
ma ho uno stomaco digiuno
e non sono mai
sazia.
Sei un dipinto
il Viso
un dipinto solo di bianco.

martedì 13 marzo 2012

Il volto

Quanti lati nel volto?
Quanti volti racchiude?
Cover? Oggetti? Trucco?
Interfaccia? Interfacce?
Il volto è un contenitore o bisogna mettere un contenitore al volto?
Guardami,
Guardami
Ho detto, Guardami.
Non ha difesa il volto, faccia a faccia.
Il volto domanda
il volto minaccia
Prossimo e distante.
Diviene rivelazione o è rinuncia alla propria alterità?
Se l'altro non è conoscibile, se neanche nel volto, allora cosa dell'amore?
Sarebbe bello fagocitarsi,
la faccia, le ossa e distruggerci
fagocitarsi a vicenda
e frantumarsi
che siamo statue,
statue di sale,
e altro che affogarsi nel mare
di sale si brucia
di sale si evapora anche senza il sole.
Era meglio non sottovalutare il silenzio
è meglio non sottovalutare il silenzio
restare
e starsene
in silenzio.
Abbiamo troppe facce
le mie
le tue
le facce di tutti
troppe espressioni contemporaneamente
troppo fuggevoli per vederle
troppo
per afferrarci
e non so
se più dell'adulto
o se del bambino
io
tu
tutti
siamo in trappola.
Se uccido il mio volto
è del tuo il riconoscimento?
Se uccido il tuo volto
mi riconosco?
La visitazione del volto è un mistero,
come l'amore che ci dilata gli occhi nell'altro,
senza sapere
se di me o di te amo,
la visitazione del volto è un mistero,
come la morte che ci apre gli occhi per sempre.
Guardami
ho detto Guardami,
Guardami
ma gli occhi
li abbiamo aperti
solo
alla morte.