domenica 25 luglio 2010

L'assenso della Luna

Se avessi dita, Luna
e potesse la tua fissità vestirsi dei suoi occhi
sicchè gusto avesse contemplarti
saresti, in questa sospesa ora
un amplesso la cui sazietà fredda non mi appaga.
Tornassimo a te, fedele amica,
anche stanotte
ancora schiavi dei tuoi moti
consumati sotto il tuo bianco chiarore
i nostri corpi, che sfiancati
dal fuoco d'interminabili ore d'amore
hai visto interrompersi ma senza mai placarsi
addormentarsi, solo al risveglio di un accecante sole
giungessimo a te, Luna, adesso.
Non si è mai abbassata la marea da quando l'ho incontrata
colpita, schiantata
con le vertebre spaccate
le vene tagliate
la pelle scorticata, arsa, bruciata
viva
non ho cercato scampo.
Ti affido il mio segreto Luna
la pioggia non smetterà di bagnarla
e l'inverno ci troverà, ancora, come scorza nuda.

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