Capogiri mi scuoiano la pelle
abbandonata, stordita in solitarie sponde
chiodi mi spezzano le clavicole
corteccia spaccata che piange miele
oceani mi ardono le carni
sotto un'accetta che perfora insano ventre
Voglio sabbia negli occhi
spine nella gola
corde ai piedi
respiro un'altra vita
ed anche urlare è fatica per le mani.
La debolezza delle membra è un mistero del cuore.
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